FABIO

martedì 10 aprile 2018

RELAZIONE DEL SERVIZIO SOCIALE DEL 2014

RELAZIONE SERVIZI SOCIALE
Illustrazione Lucy Fleming

Perché riporto questa relazione? Non certo per sbandierare gli affari  di Fabio e della signora XX o dei loro figli. La riporto per farvi capire cosa intendo dire quando dico che i fatti devono essere gravi e che il minore deve essere in grado di esprimersi correttamente e quindi non troppo piccolo. Senza questa relazione, la voce di Fabio sarebbe rimasta una voce nel deserto. Erano anni che denunciava violenze e atteggiamenti inidonei della signora XX, ma credete che qualcuno lo abbia ascoltato? O abbia preso provvedimenti? Era considerato semplicemente un padre arrabbiato, risentito e vendicativo. Inoltre non pensate che una cosa del genere possa bastare. Come già detto, se il giudice vuole, attua un provvedimento di urgenza, ma non è detto che lo faccia. Poi si apre una consulenza per verificare che ciò che il minore dice è vero.  E poi se il minore è considerato attendibile, la battaglia si prosegue nel servizio sociale e lì... dipende tutto da chi capita. L'ultima parte della relazione dei servizi sociali riportava testualmente queste parole.

"Appare necessario informarvi di un episodio avvenuto durante l'incontro del 14/10/2014 svoltosi presso l'abitazione del sig. F, significativo per comprendere la condizione di vita di Asia e in vista di un provvedimento che tenga presente quanto segue. Di seguito viene riferito quanto relazionato dall'educatrice: 
Durante tale incontro, Asia dopo aver svolto i compiti in cucina, mi ha chiamato in camerina dove ha chiuso la porta e mi  ha invitato a sedermi sul suo letto. Era agitata, ha esordito dicendomi che doveva dirmi "un sacco di cose". Ho tentato di rassicurarla dicendole che avrebbe potuto fidarsi di me, che avrei fatto il possibile per aiutarla. Mi ha detto che  oggi la mamma le aveva raccomandato di dirmi che il padre la picchia, ma che questo non è assolutamente vero, mi ha raccontato che "a un giudice ho detto che Alessandra (la compagna del padre) mi aveva storto un polso (l'episodio è raccontato in questo post),  ma non è vero e io l'ho detto perché la mamma mi ha chiesto di dirlo e me lo ha ripetuto mille volte al giorno per un anno e alla fine non ci ho più capito nulla e mi sembrava che fosse accaduto così, ma non era vero".
           vedi questo post se vuoi approfondire  LAVAGGIO AL CERVELLO modalità signora XX
Mi ha riferito che la mamma le avrebbe chiesto di dirmi durante questo incontro che il babbo la picchia e che se mi avesse telefonato avrei dovuto confermarle questa cosa. Mi ha detto di essere disposta a ripetere queste cose all'assistente sociale, ma ha chiesto che non venisse assolutamente detto alla mamma e ha affermato "si, ma non lo dite a mamma perché se sa che ho detto questo lei mi ammazza". Allora le ho chiesto il perché di questa affermazione e se la picchia e mi ha risposto di "si" dicendomi anche "non ce la faccio più a vivere così, mamma voi non la conoscete, ma è matta". Mi ha detto che vorrebbe vivere con il padre e Alessandra, che loro sono la sua famiglia e vorrebbe essere libera di non vedere la madre se non le va. Mi ha pregato molte volte di fare in modo che la mamma non sapesse nulla di quel che mi aveva raccontato. Ha anche aggiunto che una volta ha detto alla mamma che voleva andare a vivere con il padre e la mamma "mi ha ricattato dicendomi che se vado via non mi fa più vedere Michele".  Le ho detto di avere fiducia, che nessuno poteva mai impedirle di vedere il suo fratellino. L'ho poi invitata a dirmi se aveva gli stessi problemi anche con il padre e che avremmo fatto in modo di aiutarla ma lei ha detto "non vedo l'ora di vivere con papa', lui non mi ha mai toccata e mi dice sempre che se la mamma dovesse picchiarmi devo chiamare il 112 se non ho soldi nel telefonino e posso anche dirlo a te, ma non ti ho detto niente prima perché avevo paura che tu lo dicessi a mamma, e poi a casa ci rimango io". Le ho chiesto se ha dei problemi con ...... il compagno della mamma e lei mi ha detto "non lo sopporto, ma non mi ha mai picchiata, una volta mi ha detto "sei una stronza come tu pa'". Le ho promesso che l'avremmo aiutata senza metterla in difficoltà in presenza della mamma magari andando a scuola a parlare con lei e si è detta d'accordo. Ad un certo punto è scoppiata a piangere ed io l'ho incoraggiata a farlo perché non deve tenere tutto dentro e fare la "super forte". E' stata come un fiume in piena. Alla fine mi ha detto di sentirsi molto più leggera"

Capite cosa intendo dire quando dico che se il genitore maltrattante è la madre, occorre un minore tenace, che lo sappia dimostrare e che sappia esprimersi con forza e determinazione? (ne parlo qui). Questa relazione aprì la terza C.T.U. nella vita di questa bambina, cosa pensate che fosse emerso dalla due precedenti consulenze? L'inidoneità materna non è sufficiente a mettere in tutela un minore, bisogna necessariamente raggiungere le violenze, cosa che poteva essere evitata in questo caso. La bambina avrebbe avuto un'infanzia più sana se allontanata in tempo, quando i rischi e i pericoli si erano già presentati e inoltre il rapporto con la madre adesso non sarebbe risultato così danneggiato e deteriorato. Ora sembra che tutti gli organi vogliano salvaguardare questo rapporto, ma non capisco perché quest'opera di fondamentale salvaguardia non fu fatta per tempo, quando orde di psicologi avevano già blaterato che la signora XX aveva grossi problemi.  Bisognava prevenire le violenze, prevenire i brutti episodi, prevenire il pacchetto di esperienze negative che vuoi o non vuoi Asia si trascinerà dietro a lungo se non per sempre. 




                        

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