e come Santa Teresa ci regalò una casa
Prima però, una breve premessa, circa la situazione di Fabio quando l’ho conosciuto nel
2012.
Io
vivevo come ora in provincia di Roma, mentre lui a Livorno dove lavorava e dove
aveva questa situazione confusa di separazione. Si era separato da un paio d’anni
e aveva la bambina A di 5 anni, collocata presso la madre, ma affidata in
condiviso. Quando nel 2011 si concluse il procedimento presso il Tribunale dei
Minori, a cui lui aveva ricorso chiedendo l’affido esclusivo della piccola,
Fabio ne uscì piuttosto sconfitto.
Il giudice stabilì che la bambina doveva
restare con la madre, che sarebbe stato troppo punitivo per la signora XX
vedersi togliere la figlia, benché le fu riconosciuto il famoso disturbo di
personalità e le inidoneità che ne conseguono.
Sotto l’aspetto economico Fabio
aveva a carico il mutuo della casa, da lasciare alla signora XX e il
mantenimento della minore A ammontante a 350.00 Euro. Mentre per le visite
della bambina A, poteva prenderla il martedì pomeriggio e il giovedì pomeriggio
nella settimana che non aveva il week end. Solo il martedì nella settimana in
cui l’aveva anche per il week-end. Durante la settimana non aveva la
possibilità del pernotto, ma soltanto 3 ore dopo la scuola. Visite paterne
piuttosto risicate, se si pensa che la C.T.U. del Tribunale dei Minori, si era
conclusa proponendo che la bambina passasse più tempo possibile con il padre,
che era stato riconosciuto una figura genitoriale di riferimento e valida sotto
tutti gli aspetti. Il giudice ignorò quel consiglio e fece di testa sua
attribuendo a Fabio il minimo sindacale previsto.
La
situazione economica in cui Fabio rimase in quegli anni, era talmente esigua e
precaria che non era possibile per lui, prendersi una casa in affitto, per cui
tornò a vivere in caserma, ma sorgeva il problema di dove stare con la figlia
nel week-end di visita paterna. Così iniziò il pellegrinaggio di Fabio e
figlia, che due venerdì al mese, scendevano a Roma, dalla famiglia di Fabio,
per stare insieme e la domenica tornavano a Livorno, la bambina veniva
riportata a malincuore dalla signora XX e Fabio tornava in caserma.
In
uno di quei week-end in cui Fabio aveva la figlia con sé, ci conoscemmo a casa
di amici. Diciamo che se la signora XX avesse rinunciato alla casa, permettendo
a Fabio di restare lì con la figlia nei giorni in cui aveva la bambina,
risparmiando ad entrambi il trambusto di quei viaggi, io e lui non ci saremmo
mai conosciuti.
La
nostra relazione iniziò così, di un week-end in week-end, con contatti skype
durante la settimana, con lunghe mail scritte, con messaggini e telefonate. Poi
un week-end ci vedevamo da soli e uno con la famiglia, facendo sempre la spola
tra Livorno e Roma e Roma e Livorno.
Nel
2013, la situazione con la signora XX, era ancora molto tesa. Nel frattempo c’era
stato il riconoscimento del minore M, nato durante la separazione. Di questo
riconoscimento parlerò più avanti, in un altro post, perché le sviste del
Tribunale dei Minori, furono talmente tante che obbligarono Fabio a dover
ricorrere nuovamente al Tribunale Ordinario di Livorno, chiedendo l’affido di
entrambi i minori stavolta.
Vi
anticipo che si aprì un vero e proprio calvario. Le udienze furono parecchie,
ma non portavano mai a nulla di concreto. Fatto sta che Fabio si presentava in
una situazione molto difficile dal punto di vista logistico, a chiedere l’affido
esclusivo dei figli, senza avere in realtà un posto dove metterli, in quanto
viveva in caserma.
Il
31 ottobre 2013, facemmo un gioco a casa, che chiamammo gioco dei santi e
consisteva nel mettere dei foglietti, con scritto il nome di un santo, in una
ciotola di cristallo e pescarne uno. Il santo pescato, doveva essere nostro
amico e protettore per un anno intero. Ovviamente ci dovevamo prendere l’impegno
di pregare il santo e accendergli candele.
Ora
vorrei premettere, che io nonostante gli alti e bassi, le salite e le discese,
sono stata educata al cristianesimo e sono credente. Fabio era più titubante
rispetto me, ma sul serio in quel periodo eravamo circondati da un’aurea talmente
negativa, che la preghiera fu la sola ancora di salvezza, il solo lume che
vedevamo in fondo al tunnel. A quel tempo gli avevo regalato il Diario di Santa
Faustina Kovalska e lui lo aveva letto appassionandosi alla vita di questa
piccola santa, ma quando facemmo il gioco dei santi, nonostante la devozione
per Suor Faustina, a sorpresa estrasse Santa Teresa del Bambin Gesù. Devo dire
che ci rimase un po’ male e che per partito preso non pregò la santa per
parecchi mesi, venendo meno alla regola del gioco.
A
giugno 2014 però, le cose andavano ancora peggio e iniziò a fare una novena di preghiere rivolta a Santa Teresa
del Bambin Gesù, con tanto di candele accese. Eravamo disperati per la
gravissima situazione in cui si trovava la minore A, e per l’ignoranza che
gravava su questa situazione. Indifferenza del servizio sociale, che sembrava
non rendersi conto di nulla, lentezza del Tribunale che andava avanti a passo
di lumaca, di udienza in udienza e non avveniva mai nulla. Davvero avevamo solo
la possibilità di pregare Santa Teresa e chiederle un aiuto divino, perché qui
sulla terra non si vedeva luce.
Finita la novena, qualcosa iniziò a muoversi.
Finita la novena, qualcosa iniziò a muoversi.
Già dal 2010 Fabio aveva
fatto domanda per avere un alloggio di servizio, cosa non affatto facile da
ottenere. A luglio del 2014 arrivò la notizia della possibilità di un alloggio
nel paese di Rosignano Marittimo, il compromesso era quello di cambiare
mansioni, cosa che Fabio non riteneva positiva. Inoltre era preoccupato perché
l’alloggio veniva fornito vuoto, quindi andava riempito con mobili, biancheria,
stoviglie e quant’altro. Una spesa che non poteva assumersi, così come pagarne
le bollette. Non riuscivo a convincerlo della positività di quell’alloggio e
non so come lo convinse alla fine il suo capitano ad accettare il compromesso e
trasferirsi nell’alloggio di servizio, soprattutto in virtù della richiesta di
affido che era stata fatta al Tribunale Ordinario.
A
settembre arrivò la casa, vuota, ma carina. Al piano superiore della caserma
dei carabinieri. In un paesino grazioso, sul mare. Certo la casa era
completamente vuota e andava riempita di tutto. I soldi erano pochissimi, ma
tutto arrivò dal cielo in un modo quasi misterioso. Io mi stupivo di quanto
tutto arrivasse fatalmente. La mia collega in quel periodo aveva cambiato casa
e ci regalò tante cose di cui non aveva bisogno nella nuova casa. Un collega di
Fabio aveva una cameretta in garage e gliela regalò. Un altro aveva un letto in
garage e glielo regalò. Così arrivarono il frigo, il tavolo, le sedie, e altre
cose. Nel giro di un mese la casa era abitabile e non le mancava nulla. La
spesa totale per arredarla ammontò a 450,00 euro.
A
me sembrava tutto un miracolo. Io e Fabio passammo un paio di week end a sistemare
la casa, a pulirla, a mettere su le cose. Andavamo a dormire stramazzati ma
felici.
Un
venerdì prima di salire a Rosignano con il treno, facevo una ricerca per vedere
cosa ci fosse da vedere di interessante in paese, perché fino quel momento,
eravamo sempre stati chiusi in casa a sistemare. Trovai la chiesa di Santa
Teresa…. Patrona di Rosignano. Pensai…. Non sarà Santa Teresa del Bambin Gesù….
Mi sembrava troppo per essere un caso. Approfondii la ricerca e invece la Santa
Patrona di Rosignano è proprio lei: Teresa del Bambin Gesù. Ricordo che chiamai
subito Fabio, mi sembrava tutto assurdo per essere un caso!
Siamo
fermamente convinti che Santa Teresa del Bambin Gesù ci regalò quella casa e
tutto quello che vi fu messo dentro dopo. Senza quella casa il procedimento per
affido esclusivo non avrebbe avuto evoluzioni positive. Di lì a poco la nostra
vita e quella della minore A e della signora XX sarebbe stata rivoluzionata
completamente e oserei dire anche per sempre, ma non lo sapevamo ancora.
Credo che Santa Teresa
meriti un po’ di pubblicità positiva sul mio piccolo Blog!

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