UN'ARMA A DOPPIO TAGLIO
Buona domenica a tutti!
In questo periodo mia figlia, Michela (ancora non presentata con il nome sul Blog) sta facendo lo stage lavorativo presso un bar, ordinato dalla scuola.
Anche l'anno scorso ha fatto lo stage di lavoro, presso un ristorante.
Sicuramente un'esperienza molto positiva dal punto di vista della maturazione, dell'evoluzione e della crescita, ma lo stage, sia l'anno scorso che quest'anno ha creato una forte destabilizzazione scolastica.
Mi domando se dal punto di vista didattico, mandare tre settimane i ragazzi a lavorare, sia positivo.
Il rientro a scuola l'anno scorso fu drammatico, lo stage creò una forte distrazione dai libri, dalla routine scolastica, dall'istituzione stessa. La distrazione provocò un abbandono quasi totale al II quadrimestre, con conseguente bocciatura. Quest'anno temo che non avrà la forza di rientrare nel ritmo scolastico, di rimettersi a studiare e di tornare seduta al banco.
Interrompere per tre settimane la quotidianità scolastica, per fare un'esperienza di lavoro, non sempre è proficuo.
Forse era meglio come accadeva al nostro tempo e cioè che finita la scuola a giugno si cercava un lavoretto per i tre mesi estivi e a settembre si rientrava a scuola.
Alla fine che fretta c'è di lanciare questi ragazzi nel mondo del lavoro? Quando avranno davanti tutta la vita per lavorare (soprattutto in considerazione del fatto che l'età pensionabile si allunga sempre di più)?
Per molti è una buona esperienza di crescita, ma per molti altri è una strada per smettere di studiare e fare altro, eccitati magari dall'idea di avere una piccola autonomia economica o di non dover più passare al vaglio di interrogazioni e compiti in classe.
Insomma lo zaino di scuola rischia di essere abbandonato per sempre senza aver raggiunto l'obiettivo del diploma.

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