QUESTO E' IL DILEMMA!
Io ho sempre preferito la responsabilità all'ubbidienza. Crescere figli responsabili significa educarli al fatto che ogni loro scelta è causa di conseguenze e che queste conseguenze poi si devono affrontare. SEMPRE. Crescere i figli nell'ubbidienza significa farsi carico delle loro scelte e guidarli troppo spesso in strade che non avrebbero scelto di loro iniziativa.
Crescerli nella responsabilità, non significa fare a meno delle regole. Le regole sono indispensabili e facilitano il quotidiano, oltre che a rendere i figli più sereni e sicuri. Non dico che la casa debba essere vista come una caserma! Dico che l'insieme delle regole deve essere vissuto amorevolmente e che deve aiutare a non intralciare la quotidianità. Non esistono regole giuste o regole sbagliate, in quanto ogni genitore ha le sue priorità, l'importante è non pestarsi i piedi di continuo.
Io con i miei due figli ho sempre applicato questo metodo e ovviamente essendo la mia modalità, la stessa ho applicato con i figli di Fabio. Naturalmente c'è voluto tempo per trovare la giusta impostazione dei rapporti, la simpatia iniziale può essere utile ma di certo non è sufficiente per la costruzione di un rapporto duraturo.
In una e-family le cose sono più complicate, perché non c'è la stessa spontaneità e gradualità di una famiglia naturale, in altre parole si entra in gioco tutti insieme, bisogna darsi tempo per costruire e tutti i giorni lavorare per costruire.
La costruzione del rapporto e del dialogo, per me si basa sul lavoro insieme, facendo insieme giorno per giorno e parlando mentre si fa. Così è avvenuto con i miei figli, Marco e Michela, sebbene con maggiore spontaneità e con più tempo a disposizione. Io ero poco avvezza a giocare con i bambini, preferivo piuttosto coinvolgerli nelle mie attività e renderle divertenti. Pulivamo insieme il giardino, sistemavamo la casa, talvolta cucinavamo o preparavamo un dolce. La sera spesso mi piaceva dedicarmi al lavoro ai ferri, così ci sedevamo tutti e tre sul divano, io in mezzo a loro, e tutti e tre con i ferri e la lana a sferruzzare e parlare. Nel tempo si è intessuto il nostro dialogo che è cambiato evolvendosi con la vita.
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Quando è arrivata Asia da noi, è stata immessa nella stessa modalità e nel fare quotidiano si sono costruiti collaborazione e dialogo. Con Michele è stato più facile, perché lui si è automaticamente inserito per emulazione dei più grandi.
Io non intendo sostituire la loro mamma, ma con loro cerco comunque di fare il meglio e di essere un buon punto di riferimento.
Mercoledì scorso ad esempio, Asia era molto giù per come era andato l'incontro protetto il giorno precedente, così ho provato a parlarci e mentre parlavamo abbiamo svuotato il suo armadio e tolto tutte le cose che non vanno più. Svuotando l'armadio, si è svuotato anche il suo cuore e piano piano la giornata e l'umore si sono alleggeriti. Poi più tardi per dare un'ultima ramazzata al malessere, siamo usciti per comprare un paio di scarpe nuove per lei e mangiare un panino al Mc Donald.

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