FABIO

mercoledì 4 luglio 2018

OTTIMISMO - PESSIMISMO



Perché un post, sull'ottimismo o sul pessimismo?

Perché ne sento parlare spesso e troppo spesso mi pare che si confonda l'ottimismo con la positività e il pessimismo con la negatività. 
Essere ottimisti, sicuramente è segno di essere spinti  con positività, ma talvolta essere ottimisti equivale ad essere illusi. 


Ottimismo e  pessimismo, a mio parere, sono entrambi atteggiamenti negativi, quando non ci permettono di guardare la realtà per quella che è. 
Se l'ottimismo deve divenire una lente, attraverso la quale filtrare la realtà, non è un atteggiamento positivo e stessa cosa vale per il pessimismo.

L'osservazione della realtà deve restare lucida


La vera positività, non sta nell'essere delle vispe Teresa che saltellano per il mondo, inconsapevoli di quanto ci circonda, la positività non sta nemmeno nel filtrare tutto con un focus necessariamente ottimistico. La positività sta nel prendere atto di ciò che è vero e reale intorno a noi, di considerare le situazioni che viviamo con estremo realismo e trovare in noi le risorse necessarie per affrontare le salite che ci spettano, o le forze per rimetterci in piedi dopo le cadute. 





Dotarsi di un' estrema carica ottimistica, non sempre è segno positivo, talvolta siamo spinti dall'illusione, da ciò che desideriamo vivere o vedere, ma siccome presto o tardi, lo scontro con la realtà dei fatti arriva, è bene essere dotati di un paracadute di salvataggio. 
La persona realista, osserva i dati di fatto e se è una persona positiva, li affronta nel migliore dei modi. L'ottimista rischia di lanciarsi in voli che non sa gestire e di ritrovarsi poi senza un paracadute. Il pessimista spesso non si lancia affatto, o se lo fa, boicotta le sue stesse azioni, sospinto da un senso di negatività. 


La soluzione sta nel guardare la realtà per quella che è,  togliere il filtro "ottimismo" o "pessimismo" dai nostri occhi e prima di intraprendere qualsiasi strada, valutare e misurare le nostre risorse, perché ci muoveremo solo con quelle. 



domenica 1 luglio 2018

CAUSA - EFFETTO



Causa - effetto, è una delle leggi universali, su cui si regola la vita e che mi dà tanta tranquillità. Credo sia innegabile riconoscere come sempre un effetto derivi da una causa e come una causa inevitabilmente generi un effetto. 
Molto spesso, nella nostra vita, ci troviamo a vivere degli effetti senza renderci conto delle cause che li hanno provocati. In genere gli effetti hanno il vizio di essere più evidenti ed eclatanti delle cause, ma sempre, proprio sempre,  questi sono prodotti da una causa, talvolta forse non troppo visibile, ma se applichiamo un focus consapevole, troveremo per forza la causa che ha prodotto tale effetto. 




La separazione, ad esempio, può essere vista come effetto di una causa, avviata magari anche molto tempo prima. Nella vita cresce l'individuo che si mostra pronto a ricercare le cause che hanno condotto a determinati effetti, cresce colui che è pronto ad assumersi le responsabilità delle proprie mosse, delle proprie scelte, senza attribuire agli altri la responsabilità di effetti che lo stesso ha provocato su di sé e sulla vita degli altri.
Se vogliamo vivere bene, per quanto si può, dobbiamo essere maturi abbastanza da assumerci tutte le responsabilità delle nostre azioni o non azioni, delle nostre parole o dei nostri silenzi e perfino dei nostri pensieri. 



Guardando con un'ottica più illuminata e consapevole il risultato della nostra vita, intendo mia e di Fabio e dei nostri 4 figli, e dei nostri ex partners, e dei loro nuovi partners, mi sembra quasi ovvio dedurre che le nostre vite siano tutte tra loro incrociate in qualche maniera dalle nostre scelte e che il risultato dei nostri rapporti altro non è che il principio della causa che li muove.
Talvolta le cose possono sembrare casuali nella vita delle persone, ma se si perde del tempo a seguire il famoso filo di Arianna, ci si rende conto, che di casuale non vi è nulla.
E per assurdo coloro che maggiormente si lamentano di tale risultato, sono coloro che hanno maggiori responsabilità nell'averlo causato. 



Un esempio banale, potrebbe essere la scelta di vivere insieme in provincia di Roma, di aver allontanato in questo modo, la figlia dalla mamma, ancora residente a Livorno. La signora XX fa grande lamentela presso gli organi di questo allontanamento, ma ella stessa è causa di tale effetto. Se guardasse con ottica consapevole si renderebbe conto che nell'aver obbligato Fabio a spostarsi a Santa Marinella dalla madre, ogni week end che aveva la figlia, ha fatto si che io e lui ci conoscessimo, cosa che non sarebbe probabilmente mai accaduta se lei avesse lasciato la casa familiare a lui, unico proprietario, dal momento che lei ne aveva comunque un'altra dove poter stare. L'aver occupato quella casa, per il solo gusto di togliergliela, ha permesso che noi ci conoscessimo. Quattro anni dopo, l'avere a disposizione come unica casa quella in provincia di Roma, ha fatto si che noi scegliessimo questa come abitazione per il nostro futuro. 



Ogni volta che facciamo una scelta, muoviamo una leva che mette in atto un sistema che condurrà a un risultato, bisogna avere sempre la cautela di osservare anticipatamente il risultato che si può ottenere azionando una leva o un'altra. 




E' inevitabile che le nostre scelte siano causa di un effetto, quando muoviamo inconsapevolmente le pedine sulla scacchiera della vita, capita che gli effetti ci possano crollare addosso. Presto o tardi, se non muoviamo con responsabilità, con ottica all'effetto che provocheremo, è possibile che ci troveremo a subire uno scacco matto. 



PRIMA TRANCHE VACANZE

Il nostro caso è particolare, perché tratta di quei genitori separati, non collocatari dei figli minori, a distanza. Non so come ci si organ...